Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge riconosce come malattie sociali l'anoressia, la bulimia e gli altri disturbi del comportamento alimentare in forma grave.
      L'anoressia nervosa viene diagnosticata nell'85-90 per cento dei casi a pazienti di sesso femminile. È possibile individuare due sottotipi di anoressia nervosa a seconda che la paziente presenti o meno abbuffate e condotte di eliminazione. L'età di esordio dell'anoressia nervosa è di solito compresa tra i 12 e i 25 anni, con due picchi di maggiore frequenza tra i 14 e 18 anni. Negli ultimi dieci anni si è assistito, tuttavia, ad un numero sempre maggiore di casi con soggetti sempre di età inferiore, fin sotto i 10 anni, ed a una incidenza sempre maggiore di questa patologia negli individui di sesso maschile. Le cause che portano allo sviluppo di un'anoressia nervosa sono multiple, ovvero esistono delle cause predisponenti di natura sia biologica, che sociale e psicologica, su cui si sovrappongono ad un certo punto dei fattori scatenanti che portano allo sviluppo della malattia. Tra i fattori predisponenti è importante tenere presente l'avere un familiare che soffre, o ha sofferto, di un disturbo del comportamento alimentare, il fatto di crescere in una famiglia dove esista una oggettiva difficoltà a comunicare ed esprimere emozioni, l'appartenenza ad un gruppo sociale «a rischio» per il controllo del peso, il fatto di vivere in un'area urbana di un Paese occidentale dove la magrezza viene enfatizzata come un valore sociale positivo,

 

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il fatto di soffrire di un disturbo della personalità. Tra i fattori scatenanti, il più noto è la sottoposizione a diete ferree, e poi c'è sicuramente la difficoltà di adattarsi ai cambiamenti ed agli eventi stressanti che la vita impone. In questo senso possono essere considerati fattori scatenanti l'anoressia nervosa un fallimento amoroso, una bocciatura a scuola, un licenziamento dal lavoro, la perdita di un caro, e così via.
      Oggi queste malattie sono tornate all'attenzione della cronaca e, in particolare, sono alla ribalta proprio in questi ultimi tempi, a causa della scomparsa di una modella che è morta perché assumeva cibo in quantità minima per poter effettuare il suo lavoro. Le malattie dell'anoressia e della bulimia hanno assunto, ormai, particolare gravità soprattutto in soggetti in età adolescenziale e necessitano di un intervento di legge per indirizzare le famiglie, la scuola e gli operatori sanitari a compiere tutti quegli interventi che permettono di aiutare il malato a uscire da questo tipo di patologia e di renderlo meno vulnerabile. La famiglia e la scuola, oltre che gli operatori sanitari, possono aiutare le persone ad uscire da questo tunnel della malattia psicologica, con opportuni interventi che permettano al soggetto di affrontare il percorso di riabilitazione e di riacquistare l'amore per la vita e per il proprio corpo. La famiglia deve aiutare il soggetto affetto da queste gravi patologie che la presente proposta di legge riconosce come sociali, con i primi interventi non solo medici, ma per aiutare i soggetti a vivere in un ambiente psicologicamente migliore e sereno in modo da difendere il soggetto dai rischi «psicologici» propri di queste malattie. La seconda misura può essere attuata nella scuola con l'introduzione di specifici corsi per insegnanti, al fine di migliorare le loro conoscenze in queste tematiche e con il supporto di uno psicologo scolastico che permetta di diagnosticare tempestivamente la malattia e porvi gli opportuni rimedi. Lo Stato e le regioni possono intervenire nella fase della prevenzione e della cura fornendo ai cittadini opportuni rimedi sul piano sanitario e sul piano più propriamente psicologico fornendo aiuto gratuito alle famiglie e ai soggetti colpiti da questa grave malattia che può portare anche in casi estremi alla morte. Ecco il perché di questa proposta di legge, che nel rispetto del titolo V della parte seconda della Costituzione, propone idonei interventi sotto il profilo della prevenzione e della cura dei malati di tali patologie, che rischiano di svilupparsi negli adolescenti a ritmo vertiginoso. Si calcola che attualmente, nel nostro Paese, siano, circa 3 milioni i soggetti affetti da questo tipo di patologie. È quindi indispensabile intervenire, come recita la nostra Costituzione, che, all'articolo 32, prevede che la Repubblica tuteli la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività.
 

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